Stando a una ricerca condotta dai medici del Chu di Montpellier e pubblicata sulla rivista Lung Cancer: “Secondo la banca dati dei donatori, i polmoni trapiantati sono stati prelevati da una 57enne che fumava un pacchetto di sigarette al giorno da 30 anni”
Nonostante la donatrice fosse una fumatrice gli esami eseguiti al momento della morte cerebrale non mettono in evidenza nulla di anomalo. Nel 2017 però la signora francese trapiantata sviluppa cancro ai polmoni. Ricoverata nel reparto di oncologia toracica all’ospedale di Montpellier, muore due mesi dopo.
Gli autori dello studio spiegano che:“Il breve lasso di tempo tra il trapianto dei polmoni e la comparsa della prima anomalia radiologica suggeriscono che la carcinogenesi, il processo che trasforma cellule normali in cellule cancerose, avesse avuto inizio durante la vita della donatrice”
Il tumore ha avuto una espansione in tempi molto rapidi perché la donna avendo ricevuto un trapianto doveva assumere dei farmaci immunosoppressori per evitare il rigetto dell’organo. Le difese immunitarie estremamente indebolite non hanno potuto contrastare efficacemente il tumore, che quindi ha avuto campo libero, prendendo il sopravvento.
Così concludono i medici:“Visto il tempo di latenza, relativamente lungo, del cancro ai polmoni, proponiamo che i trapianti da donatori fumatori o che hanno smesso da poco siano considerati con cautela”.