Alessandra Mussolini così ha pubblicato sui suoi profili social di Facebook e Twitter: “
+++ Avviso ai naviganti: legali al lavoro per verificare il “politically correct” di FB e altri social nei contronti di immagini e/o frasi offensive nei confronti di Benito Mussolini: monitoraggio e denuncia a Polizia Postale”. L’europarlamnettare del Ppe ha ribadito la sua posizione ai microfoni di
“Ho scelto Cusano”, su Radio Cusano Campus. In particolare così ha spiegato la Mussolini: “
Se insultano me non mi interessa per niente, ma da questo momento in poi si deve sapere che chi insulta la memoria di mio nonno viene querelato. Dato che ho un diritto di esercitare come erede, lo esercito. E’ ovvio che i commenti e la critica storica non si possono discutere, non si possono denunciare. Altra cosa è il vilipendio. Altro sono le immagini che mi arrivano quotidianamente su Twitter e su Facebook, i commenti ingiuriosi su mio nonno. Su questo si può denunciare, c’è una base legale. Ho trovato anche delle sentenze, con il pool di avvocati che ho: sia la denuncia alla polizia postale, sia la possibilità da parte degli eredi di presentare querela verso chi insulta la memoria di un parente defunto. Se una persona defunta viene offesa, i congiunti possono querelare“. Nel nostro ordinamento giuridico l’
apologia del fascismo rientra in una precisa fattspecie di reato prevista dalla legge Scelba attuativa della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione. La legge n. 645/1952 sanziona chiunque: “
promuova od organizzi sotto qualsiasi forma, la costituzione di un’associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista, oppure chiunque
pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche. Inoltre la legge prevede sanzioni detentive anche per i colpevoli del reato di apologia, più severe se il fatto riguarda idee o metodi razzisti o se è commesso con il mezzo della stampa.