Mercoledì 3 ottobre madre e figlio originari del Bangladesh vengono ricoverati all’ospedale Cotugno con la diagnosi di colera. Trascorse poche ore dal ricovero l’ospedale Cotugno fa sapere che “la situazione è sotto controllo”. L’Istituto Superiore di Sanità sottolinea che: “essendo due casi di importazione, il rischio di diffusione non c’è”. Le condizioni sia della mamma che del bambino appaiono in via di miglioramento. Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Inmi (Istituto nazionale malattie infettive) Spallanzani di Roma, ha precisato che: “I casi sono sotto controllo. La presenza di colera in paesi poveri è direttamente associata a un generale stato di povertà e di degrado con carenza di acqua potabile e a inadeguate condizioni sanitarie. I due casi di colera, in una donna e nel figlio di due anni, rientrati da poco dal Bangladesh, ed attualmente ricoverati presso l’ospedale Cotugno di Napoli sono i primi dopo ben 10 anni dal precedente di Milano del 2008”. Effettivamente a Napoli il colera vi fu nell’estate del 1973. In quei giorni sembrò di tornare indietro di secoli. Furono quasi mille le persone ricoverate in ospedale. I primi due casi di “gastroenterite acuta” si registrarono a Torre del Greco, poi nei giorni successivi si presentarono al Cotugno altri ammalati con gli stessi sintomi. A causare l’infezione fu una partita di cozze contaminate dal vibrione del colera importate dalla Tunisia.
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