La
Sla, ovvero la
sclerosi laterale amiotrofica è una patologia neurodegenerativa per la quale allo stato attuale non esiste una cura. Qualcosa si muove però sul fronte della ricerca. Un team di ricercatori italiani dell’Università La Sapienza di Roma e dell’Istituto italiano di Tecnologia grazie a una nuova tecnica microscopica ha osservato le cellule danneggiate dalla Sla, in particolare delle
strutture cellulari microscopiche, nelle quali si concentra l’attività della proteina, che è responsabile di questa patologia. La mutazione di questa proteina che causa la Sla determina anche una rigidezza e una viscosità delle strutture cellulari. I risultati di questo studio spiegherebbero quindi il motivo per il quale nei pazienti malati di
sclerosi laterale amiotrofica hanno origine gli aggregati tossici che causano la morte dei motoneuroni. I risultati di questo studio pubblicati sulla rivista
Communications Biology permetteranno oltre che diagnosi più mirate, anche di avere a disposizione dati fondamentali per spiegare la morte dei motoneuroni.