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Gioco legale in Piemonte: il distanziometro fa perdere posti di lavoro

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Slot machine, giochi e scommesse: un esercizio su tre è irregolare
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Slot machine, giochi e scommesse: un esercizio su tre è irregolare

I lavoratori del comparto del gioco legale sono scesi in piazza a Torino per difendere il loro posto di lavoro e per chiedere di poter continuare ad esercitare la loro attività nel pieno rispetto delle regole.

A dare il la per questa manifestazione sono state le conseguenze della Legge Regionale entrata in vigore lo scorso venti novembre e che ha già fatto perdere 98 posti di lavoro, a cui se ne sommeranno probabilmente altri se le regole non verranno modificate. Il Piemonte ha introdotto una delle regolamentazioni più restrittive presenti sul territorio nazionale stabilendo un distanziometro che: vieta la presenza di apparecchi slot a meno di 500 metri di distanza dai luoghi sensibili, consente la limitazione dell’orario di apertura delle sale giochi, vieta la pubblicità al gioco e prevede agevolazioni per quegli esercizi che scelgono di non installare slot machine.

Da un punto di vista della riduzione della spesa dei cittadini nel gioco, uno degli obiettivi della legge, i dati di Assotrattenimento dicono che successivamente all’entrata in vigore delle nuove regole c’è stata una riduzione del 28.2% della raccolta per le AWP, a cui però sono corrisposti incrementi in altri giochi quali: Gratta e Vinci (+11,8%), Lotto e 10 lotto (+10,5%), VideoLottery (+8,94%) e Bingo (+1,69%). Non è possibile invece avere a disposizione dati locali in merito al gioco online, ma è certo che quei cittadini che vogliono continuare a giocare responsabilmente e legalmente, trovano nei casinò online legali una risorsa adeguata. I siti di gioco in possesso di autorizzazione AAMS non solo garantiscono la possibilità di accedere ad una grande varietà di opzioni di gioco sicuro, ma consentono agli utenti di giocare gratis utilizzando i migliori bonus senza deposito della rete. Per coloro che sono impegnati nella lotta alle ludopatie, le norme avrebbero dovuto rappresentare un’importante leva nella riduzione della domanda e nel contrasto alla dipendenza, ma al momento i dati sembrano puntare in un’altra direzione. Le falle delle nuove regole non si esauriscono qui. In questi sette mesi dall’entrata in vigore, la legge regionale sembra avere danneggiato l’economia locale, spingendo alla chiusura numerose attività autorizzate; aumentato la disoccupazione; spinto i giocatori patologici verso altri tipi di offerta spesso illecite; ridotto il Pil piemontese e danneggiato il gioco tradizionale indirizzando i giocatori verso altre forme di intrattenimento, come ad esempio il gioco a distanza, stabilendo una sorta di concorrenza sleale tra due settori dello stesso comparto.

I lavori del gioco legale non chiedono tuttavia un’abolizione delle norme, quanto piuttosto la cancellazione della loro retroattività in modo da consentire alle imprese che sono già attive sul territorio, che pagano le tasse e che rispettano la legge, di continuare ad operare e a dare occupazione. Il presidente del Consiglio Regionale, Nino Boeti è sceso in strada ad incontrare i manifestanti e si è detto disponibile ad ascoltare le loro ragioni in un’audizione che si terrà nei prossimi giorni. Non è quindi da escludere che possano aprirsi spazi di contrattazione per rivedere alcuni dettagli della legge.

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