Stando a uno studio condotto presso la Drexel University, il
fumo in realtà riesce ad entrare anche nei luoghi in cui vige il divieto. Ciò accade perché il
fumo va a depositarsi anche sugli indumenti e sulle altre superfici. Non se ne parla molto, ma in realtà questo fenomeno è noto come
fumo di terza mano: ovvero si tratta del
residuo chimico del fumo di sigarette che può penetrare anche negli ambienti chiusi in cui nessuno sta fumando. Particolarmente a rischio risultano i bambini che vivono in un ambiente domestico dove i genitori fumano in quanto hanno maggiori probabilità di sviluppare delle patologie a carico dei polmoni. In questo senso tra i fattori di rischio va considerato anche il
fumo di terza mano, ovvero se uno dei genitori fuma fuori al balcone, mettiamo la madre, per non inquinate l’aria di casa,
comunque il tabacco le impregna i vestiti per cui se dopo aver fumato prende il braccio il proprio bambino comunque gli farà respirare delle sostanze tossiche.