Stando a quanto riportato dall’Agi, negli
Stati Uniti sono stati segnalati
98 casi di infezione causati dal batterio dell’Escherichia Coli a causa del
consumo di lattuga romana coltivata a Yuma in
Arizona. In particolare questi 98 casi si sono verificati in 22 Stati tra il mese di marzo e quello di aprile. Non vi sono stati decessi però la metà dei pazienti infettati è stata ricoverata in gravi condizioni. Chi ha contratto l’
infezione ha accusato sintomi quali forti crampi allo stomaco, diarrea, vomito e nei casi più gravi, insufficienza renale. Pertanto le autorità pubbliche raccomandano di non consumare l’
insalata nemmeno quella confezionata e di non acquistarne dell’altra almeno per il momento. Rimanendo in tema di insalata confezionata, stando a uno studio condotto dal Dipartimento di Infettivologia dell’Università di Leicester, che è stato pubblicato sulla rivista scientifica
Applied and Environmental Microbiology, le foglie spezzate dell
‘insalata confezionate nelle buste di plastica aumenterebbero il rischio che si possa sviluppare la
salmonellosi. Ciò è indicato dalla presenza di un liquido verdognolo e dall’odore che emana, per cui è facile accorgersene.
Tuttavia seguendo alcuni accorgimenti è possibile ridurre il minimo il rischio: è importante lavare l’insalata imbustata e consumarla quanto prima per evitare che l’ambiente umido presente all’interno della busta favorisca la proliferazione di batteri nocivi per la salute umana.