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Dolore al cuore per 10 anni a causa di una garza dimenticata nel petto

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Chirurgia operazione
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Un uomo di Viareggio che oggi ha 47 anni ha vissuto per 10 anni con un dolore al petto senza che se ne è mai riuscito a scoprire la causa. Stando a quanto riportato dall’Adnkronos, all’uomo nel 2007 viene impiantato un pacemaker all’ospedale di Massa. Ed è proprio da allora che ha cominciato ad avvertire dei dolori al petto che comprensibilmente l’hanno tenuto costantemente in preoccupazione. La causa di queste fitte è stata scoperta solo qualche giorno fa, quando l’uomo si è sottoposto a un nuovo intervento per la sostituzione del vecchio pacemaker presso l’ospedale di Pisa. I medici hanno rinvenuto un rotolo di garza nel suo petto. Evidentemente qualcosa non è andata nel verso giusto nella prima operazione. Il 47enne si è rivolto quindi a un avvocato che ha chiesto di acquisire la cartella clinica relativa al secondo intervento nel corso del quale l’equipe chirurgica: “ha estratto del materiale esterno consistente in un rotolo di garza avvolto su se stesso e nascosto nel tessuto sotto cutaneo“. La stessa richiesta è stata fatta all’Opa di Massa. Anche il Consiglio regionale della Toscana, con un intervento di Maurizio Marchetti, capogruppo di Forza Italia, ha preso ad interessarsi del caso. Così ha dichiarato Marchetti ad Adnkronos: “A colpirmi è certo l’errore compiuto in fase operatoria e che ha messo a grave rischio la salute del paziente, ma più ancora le sue continue richieste d’aiuto per quella protuberanza dolorosa che negli anni gli si era formata sul petto, all’altezza del cuore, e che nessuno a quanto pare ha voluto prendere in seria considerazione effettuando le necessarie verifiche diagnostiche in un paziente cardiopatico”. In particolare Marchetti conclude: “Che adesso il paziente intenda chiedere ristoro per il danno subito è naturale e legittimo. Noi invece chiediamo alla Regione che si attivi un’inchiesta interna per capire chi,

 

come e in quali circostanze non abbia posto la debita attenzione rispetto al disagio lamentato dal paziente, onde verificare se e quando si sarebbe potuto individuare il corpo estraneo, risparmiando rischi e malesseri al paziente già provato”.

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