In una spiaggia spagnola di Cabo de Palos, nel comune di Cartagena, a Murcia, è stato trovato un capodoglio morto. Nella pancia di questo capodoglio lungo 10 metri sono stati trovati 29 chilogrammi di rifiuti di plastica. Vi era un po’ di tutto: boe, corde, buste e perfino un bidone. I dettagli relativi all’autopsia in particolare sono stati diffusi dal Centro faunistico di El Valle. Ed in effetti la causa di morte del cetaceo è dovuta all’ingestione di questa enorme quantità di rifiuti, in particolare di plastica che ha danneggiato irreversibilmente il suo apparato digestivo fino a determinarne la morte. Per sensibilizzare contro l’inquinamento marino il ministero dell’ambiente iberico e le autorità della Murcia hanno promosso una campagna informativa sottolineando anche quanto sia importante l’utilizzo di oggetti ‘monouso’ prodotti in plastica. Per dare la misura della gravità della situazione basti pensare al monito lanciato dalla comunità scientifica: entro il 2050, quindi non parliamo di secoli ma solo di qualche decennio, gli oceani del nostro pianeta si trasformeranno in enormi pattumiere a cielo aperto contenenti tonnellate di detriti di plastica.
Inoltre nella sola Europa ogni anno si contano dalle 150 alle 500 mila tonnellate di rifiuti. Insomma siamo sempre più vicino a un punto di non ritorno.
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