Stando a quanto si apprende, un gruppo di ricercatori internazionali specializzati ne campo dell
‘intelligenza artificiale ha intenzione di boicottare un’università sudcoreana, il Korea Advanced Institute of Science and Technology (KAIST) e il suo partner industriale, Hanwha Systems, a causa di un progetto che avrebbe come obiettivo lo sviluppo di
armi autonome che potrebbero rivelarsi dei “veri strumenti del terrore”. La notizia è riportata dall’
Huffington Post. In particolare 50 ricercatori internazionali in una lettera aperta hanno sottolineato le conseguenze pericolose che portrebbero derivare da quella che definiscono la “terza rivoluzione” nella
tecnologia militare. L’impiego della intelligenza artificiale per la realizzazione di
nuove attrezzature militari autonome consentirebbe di sviluppare armi che permetterebbero: “di combattere ad una velocità e su una scala che non ha precedenti” e potrebbero essere impiegate “da despoti e terroristi contro i civili, eliminando ogni barriera etica”. Tra i firmatatri dell’appello vi sono figure di primo piano nel campo dell’intelligenza artificiale quali il britannico Geoffrey Hinton, il canadese Yoshua Bengio o il tedesco Jurgen Schmidhuber. L’argometazione su cui fanno leva i ricercatori è che l’
intelligenza artificiale dovrebbe migliorare la vita umana e non distruggerla. L’Università dal canto suo ha risposto che: “non comprende ricerche su armi autonome incontrollabili” che coinvolgano “violazioni di etica o di dignità umana”,
mentre l’azienda che collabora a questo progetto ha fatto sapere che l’obiettivo: “non è sviluppare nuove armi killer”, ma “controllare in remoto le tecnologie volte a ridurre le perdite”.