Secondo la vulgata comune uno dei primi alimenti che biosgnerebbe eliminare quando ci si mette a
dieta sarebbe
proprio la pasta in quanto farebbe ingrassare. In realtà bisognerebbe distinguere tra
carboidrati in quanto mentre quelli “raffinati” presentano un elevato indice glicemico, lo stesso non può dirsi per la pasta che invece presenta un basso indice glicemico, per cui provoca un minore aumento del
livello degli zuccheri rispetto ad altri alimenti che invece hanno un livello più alto di questo indice. In particolare è quanto emerge da una ricerca condotta dal del St. Michael’s Hospital, in Canada. I volontari che hanno partecipato allo studio hanno mangiato in media 3,3 porzioni di pasta alla settimana al posto di altri carboidrati. Dal confronto effettuato è risultato che avevano perso mezzo chilo in 12 settimane. L’autore principale, John Sievenpiper, così ha commentato i risultati delle ricerca: “Lo studio ha rilevato che la pasta non ha contribuito all’aumento di peso o all’aumento del grasso corporeo. In realtà l’analisi ha mostrato una leggera perdita di peso, quindi contrariamente alle preoccupazioni, la pasta può essere parte di una dieta sana come ad esempio quella a basso indice glicemico
“.
Pertanto stando ai risultati di questa ricerca che è stata pubblicata su Bmj Open, la pasta può rientrare a pieno titolo in una dieta sana e variata.