Il
progetto Geneo, promosso dalla Lilt (lega italiana tumori) di Lecce, in collaborazione con l’Università del Salento, la Provincia e l’Asl di Lecce ha l’obiettivo di individuare lo stretto rapporto tra
genotossicità del suolo e
rischio tumori. In particolare in 30 su 32 comuni analizzati sono stati evidenziati livelli di arsenico molto più elevati rispetto alla norma. I risultati di queste analisi sono stati resi noti nella mattina di ieri da parte del responsabile scientifico del progetto, Giuseppe Serravezza. In particolare così ha spiegato Marianna Burlando a
La Gazzetta del Mezzogiorno: “Quando abbiamo notato che i salentini si ammalavano sempre di più, abbiamo capito che qualcosa non andava. Ci hanno accusato di procurare allarme, ma i dati confermano che avevamo ragione. Per questo è nato il centro Ilma di Gallipoli. Ci sarà un’appendice di Geneo in quei comuni che vorranno valutare la salute del proprio territorio, come ha fatto Ugento. Investire in questo progetto significa investire in salute”. In effeti dai risultati non è emersa una relazione tra l’
incidenza dei tumori e la
presenza di contaminanti nel suolo, tuttavia è stata evidenziata una elevata percentuale di arsenico, seguito da Berillio e vanadio. Insomma gli esperti di Geneo sottolineano: “Alla luce delle ben note emergenze ambientali gravanti nel nostro territorio e sulla scorta della normale prassi seguita in tante altre Regioni del Nord,
riteniamo non più rinviabile un intenso e costante monitoraggio ambientale (in particolare, del suolo, matrice-memoria di ogni inquinamento), a salvaguardia della salute delle popolazioni e per una corretta e sostenibile pianificazione dello sviluppo del territorio”.