All’età di 28 anni il giocatore nordirlandese lascia lo United, giocando tra squadre di basso profilo tra Stati Uniti e Gran Bretagna. Il dribbling secco ed ubriacante era il suo marchio di fabbrica, ma pur essendo gracilino e non particolarmente alto riusciva a staccare più in alto di difensori meglio piazzati fisicamente. Fu soprannominato il quinto “Beatle”, per il suo carisma ma anche per la sua folta chioma.
Ha rappresentato il prototipo del calciatore moderno, capace di far gol in tutti i modi. La sua carriera fu però frenata dalla passione per le donne e per l’alcol, che non ha abbandonato neanche quando ha appeso gli scarpini al chiodo. Nel 2000 iniziarono i suoi problemi di salute e nel 2002 subì un trapianto di fegato.
Istrionico e geniale, folle e dissacratorio, un artista del pallone a tutto tondo che ha regalato al mondo del calcio non solo giocate da fenomeno, ma anche una serie di frasi che ancora oggi restano nella storia. Eccone alcune per capire che tipo di personaggio era George Best: “Ho speso molti soldi per alcool, ragazze e macchine veloci. Il resto l’ho sperperato”; “Nel 1969 ho dato un taglio a donne e alcool. Sono stati i 20 minuti peggiori della mia vita”; “Se io fossi nato brutto, non avreste mai sentito parlare di Pelé”; “In paradiso non saprei che fare, credo di non conoscerci nessuno”; “Non puoi solo battere l’avversario, devi impressionarlo al punto che non vorrà mai più vederti”.
Non certo un esempio di vita sana per i ragazzi, tuttavia con un gesto coraggioso Best riscattò in parte la sua vita dissoluta rovinata dall’alcol. Nel 2005, in fin di vita, si fece volontariamente scattare una foto in ospedale con la scritta: “Non morite come me”. Fu l’ultimo lascito in eredità di un campione straordinario, che ha deciso di vivere a 100 all’ora senza regole, o meglio con le sue regole.
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