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Mela annurca blocca perdita dei capelli nei pazienti in chemioterapia

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mela ripara polmoni ex fumatori
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I pazienti che seguono cicli di chemioterapia per la cura di un tumore frequentemente possono andare incontro alla perdita dei capelli a causa degli effetti collaterali di queste terapie. Novità molto interessanti arrivano da una ricerca condotta dall’Istituto nazionale tumori Fondazione Pascale in collaborazione con il Dipartimento di Farmacia dell’Università di Napoli Federico II. I ricercatori hanno scoperto che la mela annurca, che è un prodotto tipico della Campania, potrebbe ridurre sensibilmente la  caduta dei capelli durante i cicli di chemioterapia. Lo studio è stato avviato avviato due anni fa ed ora si trova in una fase preclinica. Tramite una somministrazione notevole per alcune settimane dell’estratto procianidico della mela annurca prima di iniziare i cicli di chemioterapia e anche durante il trattamento, i ricercatori hanno osservato che l’estratto di mela annurca sarebbe in grado di bloccare o quantomeno di frenare la perdita dei capelli. In effetti come già accaduto parechi anni fa per il minoxidil, un farmaco utilizzato per la calvizie androgenetica (quella tipica maschile per intenderci), nei pazienti che assumevano abitualmente questo integratore per diminuire i livelli di colesterolo si è osservato una diminuzione nella perdita dei capelli. L’effetto anticalvizie si deve presenza delle procianidine, che nella mela annurca campana Igp sono presenti in concentrazioni di gran lunga superiori rispetto alle altre cultivar di mela. Nello specifico queste procianidine, che sono un gruppo particolare di polifenoli, riescono a bloccare la fase di caduta (Catagen) e allungano la fase di crescita (Anagen). Si ottiene un rinfoltimento della chioma già a partire dopo due mesi dall’utilizzo di questo prodotto. In particolare così si sono espressi i ricercatori: “Dunque, è possibile affermare che il prodotto è capace di indurre un notevole incremento dell’espressione di cheratina nei bulbi piliferi, a concentrazioni relativamente basse di prodotto e tempi brevi di trattamento”.

 

Oltre a ciò questo prodotto riduce di quasi del 30 percento i livelli di colesterolo complessivo, andando ad aumentare l’espressione del cosiddetto colesterolo buono (HDL).

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