Per i pediatri la
dieta vegana non può essere raccomandata in età evolutiva, detto in altri termini non può considerarsi un regime alimentare adatto per i bambini. Sono da sconsigliare anche alle
donne in gravidanza. Insomma in questi casi non si adattano ai bisogni nutrizionali delle due categorie considerate. E’ quanto espresso congiuntamente dalla Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), Federazione medici pediatri (FIMP) e Federazione italiana medicina perinatale (SIMP) che hanno quindi bocciato la
dieta vegana. In particolare il pediatra Claudio Maffeis dell’Università di Verona e referente della Società italiana di pediatria (SIP) ha commentato la vicenda relativa a una coppia che chiedeva
pasti vegani per la figlia all’asilo nido, ma il Tar di Bolzano ha bocciato il ricorso degli stessi contro la dirigente scolastica. In questo senso così ha sottolineato Maffeis: “L’alimentazione onnivora è quella proposta dalla Società italiana di Nutrizione Umana come quella di riferimento, quella vegetariana può essere utilizzata (lattoovovegetariana) purché anche questa seguita bene, quella vegana resta sempre da integrare a tutte le età e comporta di seguire bene il bambino nel tempo e monitorarlo attentamente”. Ed in effetti già in occasione del XXIX Congresso Nazionale SIPPS che si è tenuto a Venezia nel settembre scorso intitolato “Diete vegetariane in gravidanza e in età evolutiva”, un gruppo di pediatri ha preso posizione in maniera netta contro le
diete vegetariane e vegane durante la gravidanza o comunque nei primi anni di vita del bambino. In particolare i pediatri sostengono che diete di questo tipo non sono adatte ala crescita di un bambino sotto i 5 anni, in quanto escludono
alimenti che contengono
vitamine molto importanti proprio per la crescita dei bambini, quali ad esempio la vitamina B12, il calcio, lo zinco, la vitamina D, lo iodio, l’omega 3 e il ferro. Nel caso di gravi carenze di B12 possono svilupparsi anemia e denegerazioni del sistema nervoso. Un eccesso invece di alimenti contenenti omega-6 si assocerebbe invece al rischio di problemi di salute mentale.
La carenza di ferro invece aumenterebbe il rischio di sviluppare la depressione o conunque di avere problemi d’umore. Inoltre è anche emerso che i vegetariani e i vegani che hanno seguito più a lungo questo tipo di dieta si sono rivelati maggiormente a rischio di depressione.