Alessandro Bertuccioli, titolare di una officina meccanica nel riminese all’ingresso aveva appeso un cartello con la scritta “Arbeit macht frei” il lavoro rende liberi. Insomma la stessa scritta che campeggiava all’ingresso del lager di Auschwitz e di altri campi di concentramento. Come’era inevitabile il suo gesto ha scatenato molte polemiche. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, a chi gli chiedeva il perché di quel cartello che richiamava gli orrori nazisti, così ha risposto: “Io del nazismo non so nulla, sono nato nel 1979 e non ho una minima idea di cosa sia stato. Quel cartello è affisso da un mese e mezzo. Io rispetto tutti, neri e bianchi, non sono razzista. Non conosco quella storia, non so dove sia e cosa sia Auschwitz. Quella frase mi piace per il suo significato, “Il lavoro rende liberi”. Penso sia vero”. Intanto l’amministrazione comunale sta valutando la possibilità di adire azioni legali in sede civile, a fronte del danno d’immagine che quel cartello arreca ad una città medaglia d’oro per la Resistenza. La vicenda a pochi giorni dalla celebrazione delle vittime della Shoah sta suscitando un grande clamore. L’uomo ha quindi decsio di rimuovere il cartello della vergogna. In questo senso così si è espresso:”Ho ricevuto decine di telefonate, centinaia di messaggi, da tutta Italia l’ho tolto il cartello, non riuscivo più a lavorare”.
Ma il non sapere, l’ignorare quanto accaduto, può essere una giustificazione sufficiente? D’altronde solo con la trasmissione della memoria, col ricordare quanto l’uomo è stato capace di imbarbarirsi e di perpetrare atrocità nei confronti di un altro uomo, è possibile evitare che possano verificarsi nuovamente orrori del genere.
Questo sito Web utilizza i cookie in modo da poterti offrire la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser e svolgono funzioni come riconoscerti quando torni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web ritieni più interessanti e utili.
Cookie strettamente necessari
I cookie strettamente necessari dovrebbero essere sempre attivati per poter salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie.
Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie.
Cookie di terze parti
Questo sito utilizza Google Analytics per raccogliere informazioni anonime come il numero di visitatori del sito e le pagine più popolari e Google Adsense per monitorare il comportamento dell'utente in relazione ai banner pubblicitari.