All’età di 76 anni è morta
Marina Ripa di Meana nella sua casa di
Roma. E’ deceduta a causa di un tumore che le era stato diagnosticato nel 2002.
Marina Elide Punturieri detta
Marina, coniugata
Ripa di Meana e precedentemente nota come
Marina Lante della Rovere, nata e cresciuta a Reggi Calabria, dopo aver terminato gli studi comincia a lavorare in qualità di
stilista aprendo un atelier di alta moda in piazza di Spagna, a Roma, insieme con l’amica Paola Ruffo di Calabria. Assurge alla ribalta della cronaca sposando il 10 giugno del 1964 Alessandro Lante della Rovere, rampollo di una importante famiglia aristocratica romana e da cui nascerà la figlia
Lucrezia, che ha intrapreso la carriera cinematografica teatrale e televisiva. Negli anni 70′ conosce anche Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini. Nel 1982 si sposa in seconde nozze con Carlo Ripa di Meana, come testimone vi è proprio Alberto Moravia oltre che Goffredo Parise. Testimone dello sposo è invece Bettino Craxi. Scrive anche una decina di libri, la maggior parte dei quali a carattere autobiografico. Dagli anni 90′ in poi si è impegnata in campagne animaliste contro lo sterminio dei cuccioli delle foche, l’uso per moda e vanità delle pelli e delle pellicce, le corride. Nel settembre del 2016 ha raccontato la sua
battaglia contro il cancro a Il Fatto Quotidiano. Nell’intervista l’attrice sottolinea l’importanza di sottoporsi alle cure diffidando da quelle alternative che non sortiscono alcun effetto: “In questi giorni ho letto le storie di quelle povere ragazze che sono morte perché hanno rifiutato le terapie. E non posso stare zitta. Ho il cancro, usiamo la parola giusta. Faccio la chemioterapia. Finirò il ciclo il 25 settembre. Ma sto bene, nonostante le inevitabili sofferenze. Voglio raccontare la mia esperienza, perché spero di poter aiutare qualcuno. Voglio che chi è malato non cada nelle mani di stregoni e zozzoni e si faccia curare. Ed ancora: “Con la chemio oggi sempre di più si può guarire. Ma anche chi non guarisce come me, può sperare che la malattia si cronicizzi e la vita duri decenni.
Non voglio dire che sia una passeggiata. Sarebbe sciocco. È una terapia molto dura. Penso ai miei capelli, ne avevo una testata bellissima e me ne sarà rimasto un terzo. Ma oggi si riesce a fare una vita quasi normale”.