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La Napoli velata di Ozpetek al cinema dal 28 dicembre

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Napoli velata film cinema
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Napoli velata film cinema

Napoli velata, l’opera più recente del regista turco Ozpetek, richiama subito alla mente il Cristo Velato, l’opera in marmo scolpita da Giuseppe Sanmartino su cui circolano diverse leggende che riguardano anche il principe di Sansevero. Ozpetek in effetti in questo film ha scelto proprio di addentrarsi nella Napoli più impenetrabile e labirintica, che custodisce nel suo grembo i suoi segreti più profondi e a cui si può accedere solo se si accetta il mistero, il sacro e il profano, senza provare a spiegarlo.  La trama del film ruota attorno a un misterioso delitto: una sera ad una festa Adriana interpretata da Giovanna Mezzogiorno conosce Andrea interpretato da Alessandro Borghi, un giovane che la seduce con la sua bellezza e l’aria di mistero che lo accompagna. Il giorno dopo i due, dopo aver vissuto una notte di passione, decidono di darsi appuntamento davanti al Museo archeologico di Napoli, ma Andrea non si presenta: cosa sarà mai successo? In un’intervista rilasciata a FS news (La Freccia, rivista di Trenitalia), a proposito del titolo del film che rimanda al Cristo Velato, il regista turco ha affermato che “tutto è cominciato quando ha curato la regia dell’opera La Traviata al tearo San Carlo. Durante una cena ho asistito pe rla priam volta al rito della figliata, che rappresenta una nascita con uomini vestiti da donna  e la partoriente interpretata da una figura maschile molto virile. L’ho messo anche nel film”. In questo film Ozpetek torna a lavorare con Giovanna Mezzogiorno in quanto grazie alle sue capacità attoriali si attaglia perfettamente alla mente della protagonsita che avrebbe dovuto intepretare. L’altro protagonista è impersonato da Alessandro Borghi. Il regista sottolinea che è particolare e nello sguardo ha l’ambiguità che gli serviva. Ma qual è il filo conduttore della pellicola? Ozpetek a tal proposito rivela un aneddoto: “In ogni film ha le sue fate, in questo film sono gli occhi:

 

I ciechi, un accendino che mi regalò Alessandro Gassman 22 anni fa che rappresenta un bulbo oculare, la scala del tesser che può sembrare un occhio o un utero e al termine delle riprese ho saputo della leggenda su Giuseppe Sanmartino, lo scultore del Cristo velato, pare che gli strapparono gli occhi. Torna tutto”.

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