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Multitasking: a lungo andare peggiora la memoria

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Multitasking memoria
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Multitasking memoria

Il lavoro oggigiorno richiede spesso di essere impegnati su più fronti, ovvero di svolgere più operazioni o attività contemporaneamente. Tuttavia soltanto una macchina stupida o un robot, appositamente istruiti a tali scopi con dei programmi e degli algoritmi ad hoc, possono eseguire più compiti contemporaneamente. Anche l’uomo è in grado di farlo, ma essendo una creatura intelligente, inevitabilmene ne possono derivare dei disagi, perché la mente umana è strutturata per sequenziare la realtà secondo un ordine logico. Eppure spesso le aziende ricercano nei loro dipendenti anche questa attitudine di saper lavorare su più fronti. Tuttavia stando a uno studio che è stato realizzato dall’Università di Los Angeles è emerso come a lungo andare la memoria possa risentirne e addirittura indebolirsi. Lo studio ha preso in esame circa 200 volontari a cui è stato chiesto di ricordare il maggior numero di parole presenti su uno schermo. Alcuni potevano concentrarsi unicamente su questo, mentre altri dovevano essere multitasking. Dallo studio è emerso che svolgere più compiti contemporaneamente finisce col peggiorare la memoria. In questo senso Alessandro Lo Presti, del Dipartimento di Psicologia dell’università Vanvitelli di Napoli ha spiegato che ogni essere umano ha una quantità finita di energia cognitiva da investire per svolgere diversi compiti, pertanto bisogna selezionare delle priorità. Inoltre quando si è impegnati nello svolgimento in contemporanea di più attività aumenta il rilascio di cortisolo (l’ormone dello stress), di adrenalina e di cannabinoidi.

 

Insomma fare una cosa per volta, come vorebbe la logica, sarebbe moto pù utile e profittevole sia per il dipendente che per l’azienda. La ricerca è stata pubblicata su Psychological Science.

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