La vita di Paolo Chisci, 78 anni, è radicalmente cambiata nel giro di appena qualche anno. All’età di 70 anni spiega l’uomo, che ha raccontato al sua storia a
Il Tirreno, ha cominciato a giocare forsennatamente a causa dell’effetto collaterale di un farmaco, il
Mirapexin, utilizzato per rallentare la progressione del
morbo di Parkinson. L’uomo che ha sempre vissuto una vita oculata spendendo il denaro con parsimonia, ha svolto diversi lavori nel corso della sua vita: è passato dal fare il commesso, al contabile, negli ultimi anni invece ha fatto l’amministratore condominiale. Nel 2005 si rivolge all’
Asl della Versilia che però sempre stando a quanto raccontato dal signor Chisci gli prescrive il
medicinale Mirapexin omettendo però di informarlo circa gli effetti
collaterali di questo farmaco che può far sviluppare una spinta compulsiva al gioco. Stando a quanto si può leggere su Il Tirreno il signor Chisci: “
è diventato un malato di gioco per l’effetto collaterale di un farmaco, il Mirapexin, utilizzato per rallentare i sintomi del morbo di Parkinson” pertanto la Corte d’Appello ha stabilito: “
i medici dell’Asl Versilia ai quali si è rivolto nel 2005 perché affetto dal morbo di Parkinson avrebbero dovuto informarlo“. Il tribunale ha quindi condannato l’Asl al risarcimento per mancato consenso da parte dell’interessato, mentre in primo grado il tribunale di Viareggio aveva respinto la richiesta. Il
signor Chisci desidera che si sappia che quello davanti alle macchinette che giocava compulsivamente, non era lui. Il gioco l’ha completamente rovinato privandolo della casa, dei soldi e degli amici.
L’uomo ha un ultimo desiderio: “Vorrei solo che la gente mi ricordasse per il Paolo che ero prima, quello della tombola a Natale”.