Ogni guerra porta con sè devastazione e orrore, morte e distruzione. Al tempo dei social la follia di ogni conflitto armato ci appare con ancora più crudezza. In questo articolo vi parliamo del piccolo Karim, un bambino siriano di appena 2 mesi che ha perso un occhio e la mamma a seguito delle bombe scaricate dall’artiglieria di Bashar al-Assad sul mercato di Hamuriyah, nell’ovest del Ghouta, vicino a Damasco. Amer Almohibany, un fotografo siriano, ha voluto raccontare al mondo la storia di questo piccolo bambino facendo parlare le immagini. Così ne ha postato lo scatto su Twitter, due giorni dopo ha deciso che la foto di karim dovesse diventare il simbolo di questa guerra che da oltre sei anni insanguina la Siria. Amer ha così postato la foto di “mio figlio di 3 anni e mezzo, solidale con Karim”. I selfie con gli hashtag #solidaritywithKarim e #StandwithKarim riprendono i volti di uomini, donne, bambini, giovani e vecchi ma anche importanti cariche istituzionali ad esempio Matthew Rycroft, il rappresentante del Regno Unito all’Onu, che hanno voluto solidarizzare con Karim. Il giornalista locale Qussai Nour ha raccontato che il padre si prende cura dei figli tuttavia non ha un lavoro: “I dottori del Ghouta stanno cercando di curare il piccolo ma Karim ha bisogno di specialisti in neurologia, oftalmologia e chirurgia plastica”.
Insomma la sua campagna di sensibilizzazione ha fatto presa sull’opinione pubblica, documentando come vivono i civili nella Ghoutha orientale sotto i bombardamenti.
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