La
resistenza di alcuni ceppi batterici agli antibiotici rappresenta sempre di più una emergenza sanitaria globale. Purtroppo l’uso indiscriminato e scriteriato che se ne è fatto negli ultimi anni rischia di vanificare una delle più importanti scoperte della
medicina di tutti i tempi. Tuttavia delle interessanti novità sul fronte dei
batteri resistenti agli antibiotici arrivano da una ricerca che è stata condotta presso il Technion-Israel Institute of Technology. I ricercatori hanno sviluppato un
nuovo sistema diagnostico denominato SNDA-AST diagnostic system, che permette una personalizzazione del
trattamento antibiotico per ogni paziente. Se quindi questo nuovo sistema diagnostico verrà commercializzato, ogni paziente potrà ottenere tempestivamente il trattamento antibiotico più mirato al suo caso. Nello specifico questo
sistema SNDA-AST è in grado di valutare anche qual è il livello di resistenza dei batteri a specifici antibiotici. Pertanto la cura che verrà somministrata al paziente risulterà effiace contro quel tipo specifico di infezione da cui è affetto. D’altronde gli ultimi dati relativi all’
antibiotico-resistenza risultano sempre più drammatici: in particolare ogni anno nel mondo muoiono circa 700mila persone proprio a causa dell’antibiotico-resistenza. Ciò si deve all’uso
indiscriminato degli antibiotici che è stato fatto negli ultimi decenni. Ad esempio non è raro che vengano assunti anche quando si ha un’infezione virale quale l’influenza, ma in tal caso sono del tutto inefficaci perché questo tipo di farmaco combatte i batteri ma non i virus. Sottoposti a dosi massicce di questi farmaci, alcuni batteri hanno cominciato a risultare non più sensibili ed hanno trasmesso questa caratteristica, determinando quindi la nascita di ceppi patogeni non più rispondenti al trattamento antibiotico.
Questa in particolare è la lista dei batteri che hanno dimostrato resistenza a più classi di antibiotici: cinetobacter, Preudomonas, e Enterobacteriaceae, Klebsiella, E. coli, Serratia e Proteus. Ed ancora l’Enterococcus faecium, lo Staphylococcus aureus e l’Helicobacter pylor.