David Ginsberg e Moira Burke, ricercatori di
Facebook, hanno firmato un articolo in cui
si sono interrogati se passare del tempo sui
social media possa farci male. In particolare così si sono espressi al riguardo: “Sono domande cruciali per la Silicon Valley e per entrambi. Come genitori, ognuno di noi si preoccupa del tempo di visualizzazione dei nostri figli e di cosa significherà “connessione” tra 15 anni. Ci preoccupiamo anche di passare troppo tempo sui nostri telefoni quando dovremmo prestare attenzione alle nostre famiglie”. Indubbiamente i giovani e i giovanissimi che sono cresciuti e che stanno crescendo con queste nuove tecnologie vi passano parte del loro tempo libero con grande naturalezza. Tuttavia difficilmente le
interazioni sociali virtuali possono aiutare i giovani nel processo di crescita. Mettere un like, condividere una foto, alla fin fine si traduce in un consumo passivo dei social e potrebbe anche favorire la tendenza all’isolamento da parte di alcuni utenti. Insomma più che luogo di condivisione, i
social se continueranno ad essere fruiti in maniera sempre più passiva si trasformeranno in luoghi di isolamento dove gli utenti, soprattutto i giovani, ciascuno rinchiuso nella monade della propria stanza, si connetterà a distanza con altri utenti monade. Insomma tutto il contario di quel che intendiamo con comunicazione.
Facebook starebbe già lavorando per evitare effetti come quelli descritti: “Stiamo lavorando per rendere Facebook un mezzo per interagire e meno un luogo dove passare il tempo”. E ancora: “Di recente abbiamo investito un milione di dollari per capire meglio la relazione fra media tecnologici, crescita dei giovani e benessere”.