Stati Uniti, addio net neutrality: cosa succederà in Europa?

La net neutrality è uno dei principi ispiratori fondanti che ha informato la rete internet. Tutte le informazioni presenti in rete, foto, video, immagini, file musicali ricevono un medesimo trattamento: ovvero nessun fornitore di servizi va avvantaggiato rispetto a un altro in termini di velocità per arrivare all’utente finale. Ma almeno negli Stati Uniti non sarà più così. Detto in altro modo, i fornitori di accesso a Internet (Internet Service Provider, ISP) non possono privilegiare certi contenuti rispetto ad altri. Il regolamento che pone fine alla neutralità della rete è stato votato dalla Federal Communications Commission (FCC), l’agenzia governativa che vigila sulle comunicazioni, con 3 voti a favore dei Repubblicani e 2 contrari dei Democratici. In buona sostanza con questo nuovo regolamento i fornitori di accesso ad internet avranno carta libera, potendo decidere come gestire il trafficio online col solo obbligo di avvisare i clienti sulle disparità di trattamento che intenderanno attuare. La net neutrality fino a questo momento si è  dimostrato essere uno strumento democratico che ha consentito anche alle aziende del web non dotate di grandi risorse economiche di poter concorrere con quelle più grandi. In ogni caso questa riforma è stata criticata sia dalle associazioni dei consumatori e anche dall’Internet Association, che comprende anche colossi del web quali Google e Facebook. Inoltre diverse organizzazioni hanno già annunciato delle azioni legali per mettere in discussione la validità di questo regolamento. Quel che maggiormente si teme è che però questo cambio di rotta avvenuto negli Stati Uniti possa portare magari non da subito, a mettere in discussioni le attuali regole anche in Europa dove la net neutrality al momento è rispettata, salvo qualche eccezione per gli operatori mobili.

 

Confidiamo che il vecchio continente non voglia ancora una volta mutuare quanto di peggio viene prodotto negli Stati Uniti.