L’accusa dei consumatori
Ciò che i clienti hanno imputato ad Epson è di aver prodotto dei macchinari o degli accessori “programmati per rompersi”. Nel linguaggio tecnico il fenomeno è conosciuto come obsolescenza programmata: questa vera e propria tecnica di marketing consiste nel creare un prodotto in cui sono inserite delle caratteristiche tecniche che lo porteranno a rompersi dopo un determinato periodo di tempo deciso dalla casa produttrice, in modo che il cliente sia costretto a comprare un nuovo prodotto. L’obsolescenza programmata è abbastanza diffusa, specie nel settore della tecnologia, ed è un fenomeno troppo spesso ignorato.
Obsolescenza, un problema vecchio
Se ad un primo sguardo potrà sembrare che l’obsolescenza sia nata con gli apparecchi moderni, con un’analisi più attenta del fenomeno si può risalire alla sua origine: gli anni Quaranta del novecento. È in questo periodo, infatti, che diverse associazioni che producevano lampadine decisero di rendere i propri prodotti difettosi dopo un periodo di tempo programmato, in modo da incrementare le vendite. Il fenomeno è continuato, sino ad arrivare ai giorni nostri, dove anche i più famosi brand della telefonia e della tecnologia (Apple e Samsung tra tutti) sono stati accusati di utilizzare il suddetto stratagemma per far salire gli introiti.
I dati raccolti da Halte
L’associazione francese, che si è ripromessa di difendere i diritti dei consumatori, è salita alla ribalta a causa della denuncia formulata ai danni di Epson: ciò è stato possibile visto che, nel 2015, il governo francese ha approvato una legge che rende di fatto l’obsolescenza programmata un reato. Nei dati raccolti da Halte troviamo i capi d’accusa: i francesi denunciano un difetto importante nelle cartucce d’inchiostro delle stampanti giapponesi, a volte vuote o riempite solo la metà. Non solo: i tamponi che dovrebbero impedire all’inchiostro di fuoriuscire sono difettosi e anzi facilitano la fuoriuscita del liquido, aumentando il rischio di rottura della stampante o un suo guasto. Mandare l’apparecchio in assistenza costa moltissimo e quindi il cliente è costretto a comprare un modello nuovo. Se il giudice che ha preso in esame il caso riterrà Epson colpevole, le vendite del colosso in Francia potrebbero subire un grave calo.
Epson è veramente colpevole?
Difficile dirlo. Se i dati raccolti da Halte dovessero trovare riscontro, sarebbe veramente difficile scagionare l’azienda, che verrebbe accusata di truffare in maniera consapevole i propri clienti. D’altro canto, se il giudice riterrà insufficienti i dati raccolti per colpevolizzare Epson, il tutto potrà essere ricondotto ad un semplice lotto di apparecchi malfunzionanti o con difetti di fabbrica, senza che il produttore fosse più di tanto consapevole di una loro possibile rottura.
Come non rischiare di comprare prodotti programmati per rompersi
Prima di tutto, è bene non acquistare da siti o rivenditori che promettono sconti anche fin troppo eccessivi su prodotti di qualità come quelli della Epson. Come consigliato da https://www.stampante.com/ portale specializzato nelle recensioni dei diversi modelli di stampanti presenti sul mercato, è consigliabile acquistare cartucce da rivenditori autorizzati che forniscano la dovuta attenzione e assistenza ai clienti per far sì ce i rischio si riducano azero. Diffidate quindi da offerte truffaldine e a suoer offerte esagerate.