Andando a fare la spesa vi sarete accorti che le uova scarseggiano. Ma da cosa dipende la diminuzione di questo alimento nei supermercati così indispensabile nella preparazione delle ricette culinarie natalizie? Intanto come sempre accade in questi casi si è assistito a un aumento dei prezzi a causa della carenza di uova sul mercato. Il Codacons con un comunicato ufficiale ha spiegato che questa carenza deriva dallo scandalo Fipronil. In particolare tenendo conto delle ultime stime, vi sarebbero il 30-40% in meno di uova nei supermercati rispetto alla normalità, ma la ragione non è imputabile esclusivamente al Fipronil, l’insetticida tossico per l’uomo che è stato utilizzato illegalmente da molte aziende. L’emergenza ha determinato infatti l’abbattimento di migliaia di galline, per cui il ritorno alla normalità nella produzione di uova ovviamente richiede tempo. Ma vi è anche un’altra ragione: l’altra emergenza è rappresentata dall’influenza aviaria che ha colpito molti stabilimenti, in particolare del Nord Italia. Questa influenza che colpisce i volatili viene trasmessa da specie migratorie, che a causa del clima ancora caldo nel nostro paese, rimangono più a lungo nei nostri territori e quindi hanno maggiori possibilità di trasmettere l’agente infettante. Ciò ha prodotto la scomparsa delle uova prodotte biologicamente negli scaffali dei supermercati. Infatti la legge prevede che gli allevamenti biologici tengano le galline all’aria aperta, ciò favorisce il contatto con le deiezioni degli uccelli selvatici che trasmettono l’influenza aviaria.
D’altronde per profilassi, laddove venga riscontrata la presenza del virus dell’aviaria, oltre all’abbattimento degli animali contagiati, si prevede l’isolamento dell’allevamento per la durata di 30 giorni, nel corso dei quali non è possibile introdurre altri animali provenienti da altri allevamenti in un raggio di tre chilometri.
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