Della complessità del nostro
cervello sappiamo ancora poco. Si tratta certo di una macchina meravigliosa capace di produrre opere mirabili nel campo della letteratura, della filosofia e naturalmente della scienza. Eppure l’accesso a questo scrigno che contiene i segreti più profondi relativi alla nostra evoluzione risulta in larga misura ancora ignoto. A fare un po’ di chiarezza è uno studio che ha avuto una durata di sei anni. I ricercatori hanno scoperto nella corteccia cerebrale dell’uomo l’esistenza di un particolare tipo di
neuroni, ovvero degli
interneuroni dopaminergici che invece sono assenti nelle grandi scimmie. Tra gli autori dello studio vi è anche l’italiano
Marco Onorati, ricercatore al Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa e “visiting scientist” alla Yale Universit. In particolare così spiega Onorati: “Il nostro cervello possiede capacità cognitive che lo rendono unico e l’identificazione nella corteccia cerebrale umana degli interneuroni dopaminergici, non presenti in quella delle grandi scimmie africane come scimpanzé, bonobo e gorilla, costituisce un passo importante nella comprensione di cosa ci rende umani”. Il ricercatore sottolinea che questi interneuroni pur risultando rari, meno dell’1% , tuttavia svolgono un ruolo nella sintesi della dopamina, pertanto possono regolare le funzioni cognitive superiori che sono tipiche dell’uomo quali ad esempio la memoria o il comportamento “oltre ad essere coinvolti in malattie come il Parkinson o alcune forme di demenza, per le quali questo studio potrà in futuro fornire nuove prospettive”.
Insomma è vero che condividiamo il 98,5% dei geni di uno scimpanzè ma le modalità con cui sono “assemblati” nel cervello umano, rendono quest’organo assolutamente unico. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista science.