Stando a uno studio condotto dal Laboratorio di Neurogenetica, Centro Europeo di Ricerca sul Cervello (CERC), IRCCS Santa Lucia, lo zafferano potrebbe rivelarsi utile nel trattare i pazienti affetti dall’Alzheimer nella forma non ereditaria. In particolare stando ai risultati di questo studio italiano, l’estratto di zafferano avrebbe la proprietà di agevolare la degradazione della proteina tossica beta-amiloide, il cui accumulo nel cervello si ritiene sia la causa principale di questa patologia neurodegenerativa e di potenziare l’efficacia dell’enzima catepsina B, la cui attività principale consiste proprio nella degradazione cellulare. I ricercatori hanno trattato le cellule immunitarie di 22 pazienti affetti dalla malattia con un componente attivo dello zafferano.
I risultati sono stati piuttosto incoraggianti, dato che il componente attivo dello zafferano che è stato impiegato per trattare le cellule dei pazienti riesce a degradare la proteina tossica beta-amiloide. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Journal of the Neurological Science.
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