Il melanoma è un tumore della pelle riconosciuto tra le forme di cancro più aggressive. Tuttava la ricerca in questi ultimi anni sta facendo sempre più passi in avanti anche per la cura di questa neoplasia. In particolare i ricercatori italiani dell’Istituto di chimica biomolecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Icb-CNR), che ha collaborato col Dipartimento di Clinica interna e sperimentale dell’Università della Campania e il Centro di eccellenza per le ricerche biomediche dell’Università di Genova, hanno messo a punto un composto estratto dalle alghe marine che si è rivelato in grado di inibire la crescita di un modello sperimentale di melanoma. I ricercatori hanno ottenuto una notevole riduzione della crescita della neopalsia rispetto alle cellule del gruppo di controllo non trattate con le alghe. Così ha spiegato il professore Angelo Fontana dell’Icb-CNR: “A concentrazioni molto basse il composto attiva le cellule dendritiche e ne riprogramma le funzioni, potenziando la difesa naturale dell’organismo e conducendo all’eliminazione di cellule tumorali o di agenti patogeni, come i batteri”. Ed ancora: “Le cosiddette immunoterapie sono un nuovo e promettente approccio nella lotta ai tumori, il successo di questa forma di trattamento è anche legato all’efficacia con cui le sostanze adiuvanti sono in grado di stimolare la fisiologica capacità dell’organismo di eliminare le cellule con mutazioni cancerogene e di tenere sotto controllo o inibire la formazione di nuovi tumori. A rendere particolarmente interessante il risultato ottenuto con Sulfavant sono le caratteristiche farmaceutiche del nuovo composto e il fatto che risulti efficace nel trattamento di modelli di neoplasie aggressive come il melanoma”. Insomma questa ricerca che è stata pubblicata su Scientific Report apre prospettive molto interessanti per la cura di questo tumore. Sempre in tema di melanoma, un recente studio condotto dall’Università degli studi di Firenze ha scoperto che un farmaco utilizzato per l’ipertensione in realtà riesce anche a inibire la progressione del melanoma nell’80% dei pazienti trattati. Nello specifico lo studio ha preso in esame 53 pazienti in maggioranza uomini e con una età media di 63 anni colpiti da questo tumore della pelle. Ad avere questa efficacia anti-tumorale sarebbe il propranolo, un principo attivo beta-bloccante contenuto nei farmaci prescitti per l’ipertensione.
Il risultato è che il tumore diventa una malattia cronica, per cui si e’ necessario utilizzare il betabloccante per un lungo periodo ma senza gli effetti negativi dei farmaci biologici”. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Jama Oncology.
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