Chisako Kakehi è una donna giapponese di 67 anni dall’aspetto schivo che in questi giorni è balzata all’onore (si fa pe dire) delle cronache dei giornali, per aver avvelenato suo marito (non certo il primo) con del cianuro.
La vedova nera di Tokio rientra nella casistica degli omicidi realizzati dalle donne che sono solite servirsi del veleno per far morire le loro vittime. Scelta tutt’altro che “caritatevole” rispetto ad altri metodi considerati più brutali, perché il veleno non causa una morte rapida, bensì lenta e straziante.
L’ultimo marito della donna, morto soltanto due mesi dopo il matrimonio, è stato l’anello che ha permesso di ricostruire una catena di delitti che hanno fruttato alla donna giapponese delle assicurazioni fondi per 800 milioni di yen, cifra corrispondente a quasi 5 milioni e mezzo di euro, oltre che delle delle proprtietà appartenernti a 4 mariti e 3 fidanzati. Dall’autopsia è risultato infatti che il marito è deceduto a causa delle elevate concentrazioni di cianuro trovate nel suo sangue.
Pochi mesi prima invece a cadere nelle grinfie della donna è stato un 65enne morto dopo che la coppia aveva cenato in un ristorante. Anche in questo caso ì’uomo è risultato avvelenato ma dall’esame autoptico non si sono evidenziate lesione all’esofago perché il cianuro è stato mischiato al cibo.
Il primo marito morì nel 1994 ad appena 54 anni. Nel 2006 il secondo marito all’età di 69 anni, ufficiamente per una crisi cardioaca. il terzo nel 2008, appena un anno dopo perse la vita un fidanzato e nel 2012 morì un altro uomo dopo essere caduto da una moto. In tutti questi casi nei corpi delle vittime sono state sempre trovate tracce di cianuro.
La vedova tuttavia ha sempre provato a discolparsi dichiarando: “Se mi si sospetta di essere un’assassina, preferisco mordermi da sola la lingua e morire. Sono stata condannata dal destino a subire la morte delle persone che mi sono vicine“.