Salvatore Riina, soprannominato il boss dei boss, è morto nelle prime ore di oggi 17 novembre. Il decesso è avvenuto alle 3:37 nel reparto detenuti dell’ospedale di Parma dove si trovava ricoverato a causa delle sue precarie condizioni di salute. Aveva compiuto 87 anni. Proprio a causa del suo stato di salute malfermo i suoi legali avevano chiesto gli arresti domiciliari, la richiesta è stata però respinta dal giudice del Tribunale di Parma. Il ministro della giustizia Orlando, quando nella giornata di ieri si è diffusa la notizia che il boss fosse in fin di vita, ha firmato un provvedimeno per consentire alla moglie e ai figli di portare un ultimo saluto al padre. La detenzione di Riina è durata 23 anni: fu catturato il 15 gennaio del 1993 dopo 24 anni di latitanza, sono 26 le condanne all’ergastolo che gli sono state inflitte. Si ritiene che sia stato lui il mandante delle stragi di Capaci e di via D’Amelio, che portarono all’uccisione del giudice Giovanni Falcone prima nel maggio del 1992 e poi di Paolo Borsellino a luglio sempre dello stesso anno. Fino all’ultimo non ha mai avuto un cenno di pentimento.
Avendo scelto quindi di non collaborare con lo Stato, con la morte di Riina viene definitivamente meno la possibiità di conoscere i retroscena e i misteri del sistema mafioso, di cui il boss dei boss è stato uno dei più feroci protagonisti e leader riconosciuto da tutta l’organizzazione di cosa nostra, fino anche a poche settimane fa, quando le sue sue condizioni di salute si sono irreversibilmente aggravate.