La chemioterapia, un cocktail a base di farmaci per sconfiggere le cellule tumorali, comporta molti effetti collaterali, tra cui anche un maggiore rischio di perdita dei capelli, a causa dell’atrofia parziale o totale del bulbo pilifero indotto proprio dalle terapie anti-cancro. Dall’Ospedale Sant’Anna di Torino arriva però una novità importante: la cuffia refrigerata Paxman. Si tratta di una cuffia in silicone morbido che viene collegata a un impianto frigorifero. Questa cuffia refrigerata viene posta sul capo del paziente prima e dopo il trattamento chemioterapico e comporta un abbassamento graduale della temperatura. In pratica questa speciale cuffia, simile a un casco da parrucchiera, riducendo la temperatura nella zona del cuoio capelluto dimuinuisce l’afflusso di sangue, preservando in tal modo la chioma dagli effetti distruttivi della chioma. Saverio Danese, primario della Ginecologia e Ostetricia ospedaliera e Presidente dell’Associazione «Insenoallavita» Onlus così ha spiegato: “L’alopecia viene vissuta come una continua dimostrazione della propria malattia, questo problema fisico ed emozionale può portare a una riluttanza o rifiuto a sottoporsi a trattamenti chemioterapici”. La storia di questa cuffia arriva da lontano. Nel 1950 l’azienda Paxman aveva messo a punto un sistema per il raffreddamento della birra, ma dopo che la moglie del fondatore si ammala di tumore, l’azienda inizia a studiare dei sistemi di raffreddamento che possano rivelarsi utili per i malati di cancro.
Dopo decenni di studio arriviamo al 1997 quando la Paxman realizza il primo prototipo della cuffia che poi negli anni è stata utilizzata negli ospedali della Gran Bretagna, Svizzera, Francia, Germania e Giappone.
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