Stando a uno studio italiano coordinato dalla Società italiana di Andrologia (Sia), le onde d’urto a bassa intensità potrebbero rivelarsi utili nel trattamento dell’impotenza. Lo studio, che è ancora in svolgimento ha preso in esame 100 pazienti di età compresa tra i 18 e i 65 anni, in prospettiva potrebbe quindi aprire la strada per la cura della disfunzione erettile senza fare ricorso ai farmaci. In particolare il 70% dei pazienti di grado lieve medio è tornato ad una sessualità spontanea, mentre nei pazienti più gravi si è ottenuta una risposta alla terapia nel 40% dei casi. Insomma dati di follow up risultano molto promettenti. Così in particolare ha spiegato Alessandro Palmieri, coordinatore dello studio e presidente SIA: “I farmaci contro la disfunzione erettile hanno rivoluzionato le abitudini sessuali ma restano cure «on demand», incapaci se non in rari casi di ripristinare la funzione erettiva. Le onde d’urto invece riescono a ristabilire il meccanismo dell’erezione, consentendo il ritorno a una sessualità naturale senza necessità di programmazione dei rapporti.
Si tratta però di una tecnica ancora emergente e la ricerca ha il compito di approfondire i meccanismi di azione della metodica”.
Questo sito Web utilizza i cookie in modo da poterti offrire la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser e svolgono funzioni come riconoscerti quando torni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web ritieni più interessanti e utili.
Cookie strettamente necessari
I cookie strettamente necessari dovrebbero essere sempre attivati per poter salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie.
Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie.
Cookie di terze parti
Questo sito utilizza Google Analytics per raccogliere informazioni anonime come il numero di visitatori del sito e le pagine più popolari e Google Adsense per monitorare il comportamento dell'utente in relazione ai banner pubblicitari.