Un imprenditore ha rischiato di morire a causa della puntura di un calabrone. E’ accaduto nell’azienda agricola di Scapezzano a Senigallia (Ancona). L’uomo che conduce l’azienda assieme alla moglie, in questo periodo dell’anno è impegnato nella vendemmia. Così ha raccontato al Corriere Adriatico, dal letto di ospedale dove si trova ancora ricoverato: “Stavo raccogliendo l’uva e poco distante c’era un calabrone dentro una pera matura. Nello spostarmi devo inavvertitamente aver colpito la pera. L’ho visto uscire in fretta. Ho sentito che mi ronzava intorno poi mi ha punto sulla testa”. Bastano pochi minuti e l’uomo inizia ad avvertire i sintomi classici di uno choc anafilattico: nervi del collo indolenziti accompagnati da gonfiore, rossore diffuso e difficoltà a respirare. L’uomo quindi chiede al figlio che si trovava con lui, di accompagnarlo in ospedale. Trasferito nel reparto di Rianimazine viene sottoposto a tre punture di adrenalina. Così ha raccontato l’imprenditore agricolo: “Mi sono reso conto che potevo morire. Ascoltando i discorsi dei dottori tutti molti preoccupati. Hanno chiamato anche il cardiologo e il medico della rianimazione.
Mentre tutti parlavano ho sentito che dicevano di non essere certi che ce l’avrei fatta. In quel momento ho davvero avuto paura di morire”. Per fortuna l’uomo, grazie all’intervento tempestivo dei medici, si è ripreso.
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