I casi relativi alla chikungunya accertati dal servizio regionale di Sorveglianza Malattie Infettive salgono a 64. Di questi 7 si sono verificati a Roma, 3 a Latina, i restanti 54 riguardano pazienti che hanno la residezena ad Anzio o che comunque vi hanno soggiornato nei 15 giorni precedenti. Dunque è necessario mantenere alta l’allerta. In particolare l’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) sottolinea che: “Dato che le condizioni ambientali nella zona dovrebbero restare simili nelle prossime settimane la probabilità di ulteriori trasmissioni nel Lazio è elevata”. Ed ancora: “Il fatto che il primo evento di trasmissione si stima sia avvenuto intorno alla metà di luglio o prima, che i casi siano stati segnalati in due aree separatee che diversi casi aggiuntivi siano sotto monitoraggio, suggerisce che la trasmissione locale è un mezzo efficace per la diffusione del malattia”. In tal senso “i viaggiatori che tornano da aree in cui è attiva la trasmissione della Chikungunya dovrebbero consultare un medico se presentano sintomi compatibili con la malattia nelle prime due settimane dopo il loro ritorno”. La Chikungunya è caratterizzata da una febbre che nei primi giorni può essere molto alta e da dolori articolari anche intensi che possono permanere per settimane intere. In ogni caso è una patologia che nella maggiorazna dei casi ha un decorso benigno.
I sintomi inoltre comprendono anche cefalea, nausea, astenia e rash cutaneo, che si manifestano entro 3 o 7 giorni dal contagio. Trattandosi di un virus allo stato attuale non esistono farmaci specifici o un vaccino.
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