A causa di informazioni inesatte diffuse soprattutto sul web, negli ultimi anni circa i vaccini e le vaccinazioni circolano notizie del tutto infondate, secondo cui questi strumenti fondamentali per la prevenzione delle malattie infettive, in realtà potrebbero portare a gravi conseguenze per la salute. A far chiarezza in merito è il Prof. Roberto Burioni, Virologo e Docente all’Università di Milano. 1) Non è vero che i vaccini causano l’autismo. Questa malattia ha la stessa incidenza sia nei bambini vaccinati e in quelli non vaccinati. Se il vaccino aumentasse il rischio di sviluppare l’autismo dovrebbe esservi una maggiore incidenza tra i bambini vaccinati, ma così non è. Non è vero che i vaccini indeboliscono il sistema immunitario dei bambini, al contrario invece lo stimolano e rafforzano. Non è vero che dieci vaccini sono troppi e vengono somministrati solo in Italia. La differenza è che altrove i genitori vaccinano spontaneamente i loro figli, mentre in Italia è stato necessario rivedere il piano vaccini per correre ai ripari. Non è vero che i vaccini vengono somministrati troppo presto. Ad esempio alcuni batteri, da cui siamo protetti grazie al vaccino esavalente (come la pertosse e l’emofilo di tipo B), sono pericolosissimi nei primi mesi e anni di vita, per cui non bisogna assolutamente ritardare la vaccinazione. Non è vero che i vaccini hanno effetti collaterali ed anzi sono i farmaci più sicuri di cui disponiamo. Non è vero che i vaccini sono un grande affare per le case farmaceutiche: basti solo pensare che nel 2015 tutti i vaccini in Italia hanno fatturato 318 milioni di euro, pari all’1,4% della spesa farmaceutica, mentre i farmaci contro una sola malattia per la quale non abbiamo il vaccino, l’epatite C, hanno fatturato sei volte tanto. Ogni euro speso in vaccini ne fa risparmiare almeno trenta in cure, per cui il vero businness per le case farmaceutiche sono gli individui non vaccinati e le malattie per le quali non abbiamo il vaccino. Non è vero che i vaccini sovraccaricano il sistema immunitario. Le singole sostanze in grado di stimolare una risposta immune si chiamano antigeni. Gli attuali vaccini ne contengono circa 200. Basta un piccolo graffio sulla pelle per mettere in contatto il sistema immune del bambino con alcuni milioni di antigeni, una puntura di zanzara per esporlo a molte migliaia. È stato calcolato che potremmo vaccinare contemporaneamente in tutta sicurezza un bambino con diecimila vaccini, ma purtroppo ne abbiamo molti di meno. Non è vero che chi è vaccinato diventa infettivo.
I vaccini sono costituiti da componenti virali e batterici attenuati per cui non è possibile che possano dar luogo a dei contagi. Infine non corrisponde al vero che i vaccini sono inutli perché le malattie sono scomparse. Difatti l’unica malattia infettiva scomparsa è solo il vaiolo.
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