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Api, vespe e calabroni: cosa fare in caso di puntura

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Soltanto pochi giorni fa è morto un agricoltore mentre era a bordo del suo trattore a Persichello, un comune della provincia di Cremona, in Lombardia. L’anziano è morto a causa della puntura di un’ape. Questo caso di cronaca ha quindi riacesso l’attenzione circa la pericolosità delle punture di questi insetti, non solo api ma anche vespe e calabroni con cui a partire dalla primavera e dall’estate è molto più facile avere spiacevoli incontri ravvicinati. Pensate che ogni anno sono più di 5 milioni gli italiani che vengono punti da questo genere di insetti. L’aggressività di questi insetti aumenta in presenza di rumori forti, profumi intensi e movimenti improvvisi. Intanto anche quest’anno si ripropone la campagna “Punto nel vivo”, che mira ad informare sull’allergia al veleno di imenotteri. La campagna informativa è patrocinata da FederAsma e Allergie Onlus ed è  realizzata grazie al  contributo incondizionato di ALK-Abellò. Lo scopo di questa iniziativa è di fornire informazioni circa le terapie specifiche per le reazioni allergiche da punture di api, vespe e calabroni. E dunque cosa fare in caso di punture di api, vespe e calabroni? Intanto quando si viene punti bisogna considerare la reazione della pelle: ad esempio un eritema accompagnato da prurito è una reazione normale dell’epidermide. Non lo è se invece si assiste a un gonfiore notevole nella zona della puntura o se addirittura il rigonfiamento interessa tutto l’arto. In particolare l’evenienza maggiormente temuta è quella di una reazione allergica. La conseguenza più grave di una allergia può essere lo schock anafilattico che si manifesta con un calo della pressione arteriosa e perdita di coscienza e può portare anche alla morte.

 

In situazioni come queste si richiede il pronto intervento da parte del medico, che dovrà somministrare farmaci anti-shock come l’adrenalina, una vera e propria terapia salvavita.
Col vaccino, ovvero una immunoterapia specifica, il problema si risolve definitivamente nella quasi totalità dei casi.

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