Al Corriere della Sera una delle 35 donne, che ha subito il contagio dell’hiv da Valentino Talluto, ha raccontato di questa esperienza. Manuela, nome di fantasia, ha rivelato che all’inzio la loro relazione le sembrava tutta rosa e fiori: lui si mostrava sempre disponibile nei suoi confronti, le faceva una sorpresa con un regalo, e l’aveva presentata agli amici e le aveva anche fatto conoscere alcuni parenti. Insomma fra loro vi era condivisione, attrazione, sintonia. Anche nel suo caso si sono conosciuti in chat, dopo che Manuela stava attraversando un brutto momento, a causa di un lutto in famiglia: “Ci sono voluti mesi per capire che c’erano altre donne. E anni per comprendere che era un’umiliazione per me”. Manuela così un giorno scopre che Talluto chatta con altre donne utilizzando un linguaggio spinto. L’uomo si giustifica dicendole che per lui la chat rappresenta solo uno svago innocente. Poi un giorno le confessa di essere sieropositivo. La donna ripensa quindi a tutti i rapporti che ha avuto con lui senza preservativo. Decide di fare il test dell’hiv che la prima volta esce negativo in quanto il periodo finestra di 6 mesi relativo alla sieroconversione era ancora in corso. Il secondo test rileva invece la sua sieropositività. La sua vita inevitabilmente a seguito di questa scoperta è cambiata ed è una amara verita con la quale deve fare i conti ogni giorno: “Ci pensi quando mancano pochi giorni alla fine del mese e sai che devi ripresentarti allo Spallanzani. Ci pensi quando sono trascorsi i sei mesi che servono per ripetere l’analisi del sistema immunitario.
Ci pensi perché sai che al massimo, se ti va bene, l’hai addormentato. Ma sarà sempre in circolo nel tuo sangue. E che se prendi una malattia importante quello può fare da catalizzatore”.
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