I ricercatori hanno individuato delle tracce di virus delle alghe, conosciuto come ATCV-1, nelle gole di alcuni volontari che si erano sottoposti a studi sulle funzioni cognitive. Questo virus solitamente colpisce le alghe nei fiumi e nei laghi, ma finora non aveva attaccato nessun essere umano. Sui 92 volontari è stato scoperto che il 43,5% di loro avevano contratto il virus, e chi era stato colpito dal microbo aveva ottenuto risultati del 10% inferiori rispetto agli altri.
In modo particolare le persone colpite dal virus erano più lente nel disegnare linee continue tra una sequenza di numeri, e hanno dimostrato un calo dell’attenzione e una diminuzione della percezione spaziale. I risultati non sono stati condizionati dall’età, dal sesso, dalle sigarette fumate, dalla razza o dal livello di istruzione.
Il virus delle alghe è stato iniettato anche nelle cavie da laboratorio, che hanno mostrato meno interesse verso i giochi nuovi, difficoltà nel trovare vie di uscite e scarso senso dell’orientamento. Non si sa come il virus possa essere trasmesso all’uomo. Prova comunque a dare una spiegazione James L. Van Etten, uno dei ricercatori: “Non c’è ragione di credere che ci sia una trasmissione tra le persone o gli animali. Una delle mie ipotesi è che gli agenti patogeni possano infettare un altro microrganismo tra le alghe e gli uomini. Questo potrebbe essere il modo in cui il virus arriva nella gola”.