Nella sentenza del tribunale di Ivrea che ha riconosciuto una rendita vitalizia da malattia professionale a un dipendente Telecom per effetto di un uso massiccio e prolungato nel tempo di telefoni cellulari, si legge un passaggio particolarmente significativo in cui i giudici affermano che: “Il rischio oncologico per i sopravvissuti alle esplosioni atomiche di Hiroshima e Nagasaki è stato individuato nella misura di 1,39 per tutti i tumori. Mentre il rischio individuato per un uso massiccio e prolungato nel tempo di telefoni cellulari, secondo lo studio Interphone, è pari a una misura di 1,44”. Il caso riguarda Roberto Romeo, un dipendente della Telecom che tra il 1995 e il 2010, nell’arco di 15 ani quindi, ha utilizzato per lavoro questo
dispositivo tecnologico ogni giorno. L’uomo ha sviluppato un tumore al cervello benigno ma invalidante.
In questa sentenza, che è destinata a fare giurisprudenza, i giudici hanno riconosciuto quindi l’esistenza di un legame tra l’esposizione continuata nel tempo alle radiazioni elettromagnetiche generate dai cellulari e l’aumento del rischio di sviluppare una patologia tumorale.