Nei secoli sempre l’uomo ha cercato qualche medicamento che gli evitasse l’invecchiamento. Tale ricerca è stata tentata con tutti i mezzi sia da parte di medici, ma anche da cerretani, alchimisti e maghi in odore d’eresia. In questo senso ha destato molta attenzione un esperimento condotto dal microbiologo statunitense Brian Hanley che si è fatto iniettare del dna alieno per incrementare la produzione dell’ormone della crescita. Il 60enne ha fatto la cavia di se stesso. Mentre studiava un metodo per contrastare l’Hiv, il microbiologo ha scoperto che l’ormone Ghrh (quello che stimola l’ormone della crescita) tende ad aggregarsi alle cellule, andando a sfruttare i medesimi recettori che usa l’Hiv per lesionarle. Il medico, la cui ricerca non è stata finanziata dalle grandi case farmaceutiche, si propone di riportare l’ormone della crescita al livello dei trentenni. Così il ricercatore in una intervista rilasciata a Repubblica ha parlato dei suoi esperimenti e dei primi risultati ottenuti. “Il primo mese mi sentivo euforico, ma potrebbe essere un effetto placebo.
Però sono cambiati valori che l’effetto placebo non può influenzare: ho più globuli bianchi, 20% in meno di colesterolo cattivo e 20% in più di quello buono, e ho 10 battiti in meno al minuto. Mi sembra di guarire prima dalle ferite. Ma comunque, so che se lo sta chiedendo, no, non mi è ancora venuta voglia di mettermi una calzamaglia e andare a combattere il crimine”.