Quant’è bella giovinezza che si fugge tuttavia. Così’ scriveva Lorenzo de’ Medici in una delle sue più celebri composizioni. Oggigiorno l’invecchiamento non è inteso più come un processo inesorabile. Grazie ai progressi della scienza di questi ultimi anni i ricercatori hanno fatto una scoperta fondamentale: ovvero che l’invecchiamento non è un processo irreversibile. Grazie a tecniche di manipolazione genetiche con l’impiego delle cellule staminali sarebbe possibile infatti spostare all’indietro le lancette dell’orologio del nostro organismo. I ricercatori ahnno studiato una rara malattia genetica chiamata progeria, nota anche come sindrome di Hutchinson-Gilford. I ricercatori hanno utilizzato il metodo di riprogrammazione genetica nei confronti dei topi affetti da progeria. I risultati si sono rivelati sorprendenti: i topi apparivano più giovani, e soprattutto la loro sopravvivenza era aumentata in media del 30%.
Così ha dichiarato uno dei ricercatori invitando alla prudenza: “I topi non sono esseri umani e sappiamo che sara’ molto piu’ complesso ringiovanire una persona” Ed ancora: ”Ma lo studio dimostra che l’invecchiamento e’ un processo ‘plastico’, sul quale si puo’ intervenire, a differenza di quanto pensato finora”. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Cell.