I dati che provengono da due istituti di ricerca, il Rutgers University degli Stati Uniti e l’Istituto Meteorologico Danese, circa il riscaldamento dell’Artico sono tutt’altro che rassicuranti. In appena due mesi la temperatura registrata nell’aria è più alta dellamedia di 20 gradi. I ricercatori spiegano che di norma tra ottobre e novembre si toccano i -25 gradi, mentre quest’anno la temperatura è di poco sotto lo zero. Ed addirittura nei mari di Kara e di Barents, situati a nord di Russia e penisola scandinava l’acqua non riesce a congelarsi perché è troppo calda, stessa situazione nei pressi delle Isole Svalbard. D’altronde la formazione del ghiaccio dipende dalla temperatura dell’aria per cui più è calda e più il ghiaccio tarderà a formarsi. Tuttavia fondamentalmente per i ricercatori andando a ritroso nelle cause di questa situazione che sta portando da decenni allo scioglimento progressivo dei ghiacciai, il fattore primo scatenante è da individuarsi proprio nel riscaldamento globale.
Soprattutto sorprende la velocità con cui di fatto stanno avvenendo questi fenomeni. Insomma se non si adottano soluzioni adeguate su larga scala inevitabilmente si arriverà a un punto di non ritorno.