Beniamino Anselmi, presidente di Veneto Banca è già ex dopo soli tre mesi: a portare a tale scelta sarebbero stati i conflitti con i vertici della Popolare di Vicenza. Questo matrimonio era forse prematuro nella sostanza, e lo scotto da pagare eccessivamente alto.
Parlano anche i sindacati in tal senso. E sono concordi con il dimissionario ex presidente di Veneto Banca, a seguire le parole (virgolettate) di Giulio Romani della First Cisl: “Due perdite insieme non si compensano… Il rischio è la contrazione degli attivi e a quel punto dovranno incidere sui clienti tagliando i fidi, mettendoli in difficoltà e peggiorando a cascata la qualità del credito. Si rischia di creare un buco dal diametro maggiore dei due buchi che ci sono messi insieme”.
Pre-pensione solo per 605 persone, attraverso il Fondo
In questo caso si parla di esuberi, argomento particolarmente sensibile, e il presidente di BpVi Gianni Mion ha parlato di 1.300-1500 unità, mentre il Corriere attraverso alcune indiscrezioni aumenta il dato a 3.500 in totale.
In questa maniera come è solito fare nel sistema economico dominante, la BpVi pensa di risparmiare 100 milioni tagliando posti di lavoro e questi sono appena un settimo della perdita dell’ultima semestrale. Ma in questo caso intervengono i dati della Fabi, ovvero il maggiore sindacato dei bancari, che riporta una specifica. A Vicenza sarebbero solo 605 i lavoratori che rientrano nei criteri dei prepensionamenti, e questi sarebbero da finanziare attraverso il fondo per gli esuberi di categoria.
658 Milioni Stanziati dal Governo
Nella sostanza se tali numeri venissero confermati passando da ipotetici a reali, non si potrebbe più parlare di prepensione, quanto piuttosto di stato di crisi.
Una prospettiva di questo genere è da evitare per le banche, che cercano generalmente di scongiurarla al fine di evitare fughe della clientela e licenziare coloro che sono ancora lontani dalla pensione, approfittando appunto dei 658 milioni di euro presenti nell’ultima manovra.
Il consiglio di amministrazione di BpVi intendeva discutere dell’uscita dei lavoratori, ancor prima della presentazione del piano industriale, ma sono arrivate le dimissioni di Anselmi e queste hanno messo chiaramente in discussione un’idea, quella secondo la quale il presidente Mion intendesse alzare il tiro al fine di arrivare al contratto di solidarietà, che lo ricordiamo viene attualmente applicato alle quattro good bank e a Veneto Banca.
Mps, BpVi, Veneto Banca e CariFerrara, un Intervento
Mps è un altro istituto nel quale i numeri sono variabili. Alla fine di ottobre i sindacati avevano chiesto un tavolo per tentare di trovare una soluzione ma il nuovo amministratore di Mps, Marco Morelli, non aveva fornito risposte certe su questo incontro possibile.
I sindacati attendevano una risposta in relazione al futuro dei lavoratori della Fruendo che sarebbe la newco partecipata dal gruppo Bassilichi che per Mps gestisce il back office bancomat.
I numeri, le prospettive, le attese, le mancate risposte si sommano alla situazione che vede una serie di prassi e di tendenze profilarsi e se si osserva la storia – anche recente – ci si rende conto di come una metrica definita già esista e sia un percorso ormai consolidato.