Uno studio condotto dai ricercatori del Vanderbilt University e della Washington University School of Medicine ha portato alla scoperta di un anticorpo mopnoclonale umano capace di contrastare efficacemente l’infezione prodotta dal virus in alcuni topolini da laboratorio. L’anticorpo chiamato ZIKV-117 si è dimostrato in grado di di interrompere per oltre un mese la replicazione del virus e inoltre ha anche protetto il feto di un’esemplare incinta. L’anticorpo potrebbe quindi essere usato dalle donne durante la gestazione per prevenire le malformazioni al feto, difatti la conseguenza più temuta prodotta dal virus è proprio la microcefalia nei neonati. Insomma tale anticorpo potrebbe sia prevenire l’infezione che i danni al feto. Il virus Zika si trasmette tramite la puntura della zanzara Aedes aegypti e albopictus.
Generalmente nell’adulto le manifestazioni sintomatiche consistono in febbre, dolori alle ossa e ai muscoli, manifestazioni sulla pelle che ricordano quelle da morbillo, e talvolta sono accompagnate da prurito. L’infezione risulta pericolosa soprattutto in caso di gravidanza in quanto il virus Zika può determinare la microcefalia nei neonati. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature.