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Tubercolosi, l’appello dell’Oms: servono più investimenti per debellarla

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Nell’immaginario comune la tubercolosi viene relegata a malattia del passato prima del progresso raggiunto con gli antibiotici. in effetti se la tubercolosi con l’avvento degli antibiotici è diventata una malattia da cui si è iniziato a guarire, è altrettanto vero che siamo ancora molto lontani dall’eradicazione di questa patologia dal nostro pianeta, in quanto nel mondo vi sono ancora molti focolai attivi. Nello specifico stando al rapporto annuale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), soltanto nel 2015 vi sono stati 10,4 milioni i nuovi casi di tubercolosi nel mondo, con 1,8 milioni di morti per la malattia, più di quelli causati da Hiv e malaria. L’obiettivo fissato dall’Oms è di raggiungere l’80% dei casi in meno entro il 2030. Riguardo alla distribuzione geografica, la tubercolosi è più presente in paesi quali India, Indonesia, Cina, Nigeria, Pakistan e Sud Africa che sono responsabili del 60% dei casi, ed inoltre in India, Cina e Russia si registra il maggior numero di casi di tubercolosi resistente ai farmaci. Nel nostro paese muoiono ancora per tubercolosi 350 persone all’anno.

 

Insomma l’OMS sottolinea che è necessario fare di più anche sul fronte degli investimenti: “Le risorse impiegate contro la tubercolosi, il principale killer infettivo nel mondo, sono in calo. Ognuno ha un ruolo da svolgere per colmare il divario. Abbiamo bisogno di una copertura sanitaria universale, meccanismi di protezione sociale, e il finanziamento della salute pubblica nei paesi ad alta incidenza”.

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