Stando a un rapporto pubblicato dall’OMS introducendo un aumento del 20% delle bibite zuccherate si determinerebbe una significativa riduzione del consumo delle stesse. L’Oragnizzazione Mondiale della Sanità che ha passato in rassegna 11 recenti revisioni sistematiche sull’efficacia degli interventi di politica fiscale per migliorare l’alimentazione e prevenire le malattie non trasmissibili, stima che tassare nella misura del 20% questi prodotti porterebbe a una diminuzione proporzionale dei casi di obesità, diabete di tipo 2 e carie. In particolare il rapporto riguarda non gli zuccheri presenti naturalmente ad esempio nella frutta ma quelli aggiunti artificialmente al cibo o alle bevande, ad esempio quelli contenuti nei succhi di frutta. In particolare stando alle linee guida dell’Oms diffuse mesi l’apporto di tale alimento nella dieta dovrebbe essere pari al massimo al 10% del fabbisogno energetico totale quotidiano: l’equivalente degli zuccheri contenuti in 250 ml di una comune bevanda zuccherata. Sotto il 5% inoltre si avrebbero ulteriori benefici per la salute. Una proposta simile era stata avanzata già nel 2015 da parte della British Medical Association (BMA) che ha proposto una tassa del 20% sulle bibite zuccherate.
Tuttavia alla fine non se ne è fatto niente perché evidentemente sono prevalsi gli interessi delle grandi lobby delle industrie alimentari.
