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Funghi: il vademecum per evitare le intossicazioni alimentari

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A ottobre è tempo di funghi, tuttavia non bisogna mai dimenticare di osservare determinate regole che riguardano queste specie, in quanto molte non sono commestibili ed anzi risultano tossici per l’organismo umano, e possono comportare anche danni irreversibili a carico di alcuni organi, ad esempio del fegato. Veniamo al caso. A Martina Franca una signora di 65 anni allarmata da quanto letto sui giornali riguardo alle intossicazioni alimentari da funghi, ha portato all’Ispettorato Micologico una cassetta che le era stata data da un conoscente. Saggia decisione quella della signora che è servita ad evitare il peggio. Nello specifico erano presenti specie di funghi altamente tossici per l’organismo umano: Russole delica, dei Suillus (genere che se non opportunamente privato della cuticola superiore porta a grave disidratazione per diarrea), alcuni Boletus satanans (funghi tossici che procurano una sindrome gastrointestinale acuta con vomito e diarrea persistente), Omhalotus olearius (sindrome pardinica con grave compromissione delle funzionalità renali), Amanite vaginata (che benchè specie commestibile deve essere ben cotta dato che  contine tossine termolabili) e, soprattuto, l’Amanita phalloides variazione alba (Sindrome falloidea con compromissione sicura del fegato). La ASl invita la popolazione a non consumare funghi senza che sia avvenuto il controlo micologico, e di non accettare funghi da raccoglitori occasionali. Questa la guida per evitare il rischio di una intossicazione alimentare da funghi. Per essere certi che il fungo raccolto non possa essere pericooso per la nostra salute c’è bisogno di una certificazione micologica, ovvero rilasciata da un micologo cioè da un esperto iscritto all’Ispettorato istituito presso la ASl dal 1998, che deve verificare la commestibilità o meno dei funghi raccolti nel bosco per evitare quindi qualsiasi tipo di intossicazione. In particolare la raccomandazione da parte degli esperti è di non consumare funghi raccolti spontaneamente senza prima aver avuto il parere di un esperto. Si consiglia poi di non raccogliere funghi troppo piccoli o troppo maturi e di non farlo con rastrelli o uncini, poi è bene riporli in cesti di canna o vimini e non in borse di plastica. Inoltre per quanto riguarda i porcini, molto ricercati per la loro prelibatezza, possono essere raccolti solo se il diametro del cappello non è inferiore ai 4 centimetri, gli ovuli solo se le lamelle sono ben visibili, mentre è vietata la raccolta del “Tricholoma equestre“. I funghi sospetti invece vanno tenuti separati da quelli buoni, magari avvolgendoli in carta stagnola. Inoltre è bene consumarli solo se ben cotti in quanto la maggior parte delle specie hanno bisogno di questa precauzione della cottura.

 

Infine per quanto riguarda la preparazione dei funghi sott’olio bisogna fare molta attenzione allo sviluppo di spore di Clostridium botulinum, batterio responsabile della produzione di pericolosissime tossine

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