Sta facendo molto discutere il caso di eutanasia che è stata praticata a un minorenne malato terminale in Belgio. In particolare Mina Welby, vedova del giornalista Welby che aiutò a morire 10 anni fa, nonchè presidente dell’Associazione Luca Coscioni, così ha commentato la notizia: “anche i minori, in certe situazioni, sono in grado di decidere sulla loro eutanasia”. Ed ancora: “Sono convinta che non ci siano state forzature di alcun tipo la legge belga pone paletti severi per i medici, per i genitori e per il malato e credo che questi parametri siano stati rispettati, anche in questo doloroso episodio. Inoltre, mi risulta che, sia in Belgio che in Olanda, queste scelte siano sempre supportate da un Comitato etico, e poi la decisione non è mai di un singolo medico perchè vengono chiamati a consulto vari specialisti”. Poi prosegue: “Il medico deve essere particolarmente preparato, per spiegare al ragazzo quello che sta accadendo e non creargli disagi o malesseri. Sono convinta che questi episodi avvengano anche in Italia, ma nel silenzio. Bambini che soffrono di malattie terribili vengono sedati e lasciati andare via senza soffrire. Ovviamente non sono mai decisioni prese nel giro di mezz’ora o senza valutare le alternative, ma meditate con coscienza”.
Secondo la vedova Welby anche nel nostro paese bisognerebbe dare la possibiità di decidere della propria vita a chi non ha più nessuna possibilità di guarigione ed auspica: “l’arrivo di una legge sulle dichiarazioni di volonta’ e il fine vita. E’ appena stata incardinata in Parlamento. E’ un’opportunità per chi non ha più chances, vorrei che potesse essere introdotta in Italia almeno per gli adulti, poi si vedrà“. Insomma la questione rimane molto delicata e senza dubbio è destinata ad alimentare ancora il dibattito sull’eutanasia.