Stando a uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Stanford molte specie animali marine rischiano l’estinzione a causa dell’influenza negativa dell’uomo sugli ecosistemi. Basti solo pensare all’impatto negativo della pesca intensiva sul’ecosistema marino o all’aumento delle temperature degli oceani, di cui sempre secondo la maggior parte degli studiosi sarebbe responsabile l’uomo con le sue attività, che porta a uno “sbiancamento” dei coralli. I ricercatori hanno preso in esame 2.497 gruppi di vertebrati marini e molluschi negli ultimi 500 anni ed hanno messo a confonto il numero e la qualità delle specie estinte in questo periodo con quelle sparite nelle cinque grandi estinzioni di massa che hanno caratterizzato la storia della Terra. Da ciò è emerso che mentre le precedenti estinzioni di massa avevano riguardato tutti gli animali marini, oppure avevano interessato quelli di dimensioni più piccole, la tendenza attuale caratterizzata dalla sparizione di specie di grandi dimensioni non trova eguali.
In particolare così si è espresso al riguardo il direttore della ricerca, Johnathan Payne: “molte specie di grandi dimensioni giocano un ruolo decisivo negli ecosistemi e la loro estinzione potrebbe portare a ricadute ecologiche che influenzerebbero la struttura e il funzionamento degli ecosistemi stessi in futuro”. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Science.